L'intervento attuato nel 1681-85 da Mattia De Rossi ha quasi completamente cancellato la struttura originaria della chiesa, che fu fondata nel sec. X e ospitò nell'annesso convento S. Francesco durante il soggiorno romano. Vi si conserva la statua della Beata Ludovica Albertoni di Bernini (1671-75). La chiesa, dopo il progetto di modifica di Baldassarre Peruzzi (c. 1535) non eseguito, fu ampliata nel coro da Onorio Longhi (1603) mentre Mattia De Rossi demolì e ricostruì le tre navate, ed edificò le tre cappelle sul lato d., simmetriche a quelle di sin. del 1530-40. Il transetto destro prosegue spazialmente nella cappella Rospigliosi-Pallavicini di Nicola Michetti, completata da Ludovico Rusconi Sassi (1710-1725), elegante creazione del barocchetto romano. Sull'altare maggiore (1746) la notevole statua di S. Francesco attribuita a fra' Diego da Careri (ante 1588). Nel transetto sin. si apre la cappella Paluzzi-Albertoni di Giacomo Mola (1622-25), dove si ammira il capolavoro di Gian Lorenzo Bernini: la Beata Ludovica Albertoni, collocata senza modificare l'architettura preesistente, ma arretrando la parete di fondo e utilizzando un'illuminazione teatrale (1671-74); dietro la statua fu posto un dipinto (S. Anna e la Vergine) del Baciccia. Nella 2ª cappella sinistra affreschi di G.B. Ricci, e l’Annunciazione di Francesco Salviati (c. 1534); nella 1ª la Natività della Vergine di Simon Vouet (c. 1620), e nei pennacchi, sibille attribuite alla scuola del Vouet, poco leggibili. Dalla sagrestia (1696), si raggiunge la cappella di S. Francesco, unico resto dell'antico ospizio con lo scenografico armadio delle reliquie (1696), e al centro la copia della nota tavola attribuita a Margaritone d'Arezzo, considerata uno dei veri ritratti del santo, alla Pinacoteca Vaticana.