Fu costruita nel 1123-29 dal cardinale Giovanni da Crema che distrusse e interrò la preesistente basilica (sec. V), completamente restaurata da G.B. Soria (1620-26) per conto del cardinale Scipione Caffarelli Borghese, e ancora nel 1863-66. La semplice facciata a timpano (1626) è preceduta da un portico d'ordine tuscanico, con quattro colonne in granito (già del portico medievale), fra due corpi laterali a lesene; sull'attico, i draghi e le aquile dei Borghese. Il fianco destro, con il campanile (1124) coronato da cuspide seicentesca, conserva, come l'abside, i lineamenti romanici; il convento annesso fu ricostruito, da Raffaele Ojetti (1897-1925). L'interno, reinterpretazione delle basiliche paleocristiane come tipico delle chiese romane del sec. XII, è a tre navate suddivise da 22 colonne di spoglio in granito architravate, con pavimento cosmatesco (sec. XIII), arco trionfale su grandi colonne di porfido e una sola abside. L'intervento del Soria, una delle prime trasformazioni seicentesche di basiliche medievali, non ha modificato sostanzialmente le proporzioni generali dell'edificio preesistente, limitandosi alla decorazione in stucco, al bel soffitto ligneo a lacunari (navata centrale e transetto) e alle volte a botte nelle navate laterali. Al centro del soffitto, Gloria di S. Crisogono, copia dal Guercino (l'originale, trafugato nel 1808, è a Londra, Stafford House). Dalla sagrestia si scende ai resti della basilica paleocristiana e altomedievale, parallela, ma spostata verso sinistra, a quella odierna.