Dell'illustre passato di Troia è splendida testimonianza l'imponente chiesa, consacrata all'Assunta ed edificata su una preesistente chiesa a croce greca nel XII secolo e rimaneggiata in quello seguente: rappresenta un caso particolarissimo nella cultura architettonica del tempo in Puglia - e certo uno tra i più pregevoli della Capitanata - perché in essa si fondono esperienze romaniche, bizantine e islamiche.<br>La facciata, realizzata in due tempi, mostra nella parte basamentale, che rimanda alla chiesa di S. Maria di Siponto, uno splendido portale con battenti in bronzo, raffiguranti Storie di Santi e Vescovi di Troia, opera di Oderisio da Benevento del 1119; al di sopra, nell'effetto dicromico della pietra, è lo splendido rosone, scandito da 11 colonnine 'cucite' da archetti che definiscono le transenne marmoree – sono una diversa dall'altra, alcune rifatte – poste a chiusura con mirabile intaglio. Gli archetti ciechi proseguono dalla facciata lungo i fianchi: in quello destro è un'altra porta bronzea del 1127. L'interno si dispiega in tre navate, scompartite da 13 colonne (l’ultima a destra si vuole raffiguri Cristo, le altre gli apostoli): le laterali sono coperte a volta, quella centrale a capriate lignee, che ne accentuano il valore sia in altezza sia in profondità. L'unica abside, di modeste dimensioni e sormontata da un ampio rosone in consonanza con quello del prospetto, sembra riprendere la struttura della precedente basilica, come evidenziano i materiali costruttivi; il pergamo del 1169, poggiante su quattro colonne e composto di preziosi bassorilievi, proviene dalla chiesa di S. Basilio.