Su una raccolta piazzetta, in parte cinta da un portico originario del sec. XIII, è una costruzione di fondazione normanna, rifatta con diverso orientamento intorno al 1163, profondamente trasformata nei sec. XV-XVI, rimaneggiata in età barocca e dopo il terremoto del 1783; i restauri del 1926-29 hanno cercato di riportare l'edificio alle primitive forme, con l'eliminazione del transetto e delle incongrue decorazioni. Tra le opere custodite nell'interno a tre navate meritano particolare attenzione: nella 2ª cappella destra, un grande Crocifisso della fine del sec. XV, detto «Crocifisso nero» dal colore scuro del legno; presso l'ingresso alla sagrestia, sepolcro della famiglia Gazzetta (1530). Abside destra, Madonna del Popolo, statua tardorinascimentale in marmo di Fra' Angelo da Montorsoli (1555); navata centrale, pergamo settecentesco con rilievo del sec. XVI (Natività); abside maggiore, sotto lamina d'argento è la venerata Madonna di Romania, protettrice della città, tavola bizantineggiante forse degli inizi del sec. XIV ma con rifacimenti cinquecenteschi; abside sinistra, ciborio del vescovo Pietro Balbo (seconda metà del sec. XV), sopra il quale è la Madonna della Libertà, statua marmorea di bottega siciliana del '500.