È la principale chiesa dei Gesuiti a Roma (la volle Ignazio di Loyola, fondatore dell'ordine) e il prototipo degli edifici religiosi controriformisti. Fu iniziata nel 1568 su progetto dell'architetto Jacopo Barozzi, il Vignola, e completata da Giacomo della Porta, che ideò la facciata (1571-77). Tutta in travertino, ha tre ingressi e due ordini di paraste corinzie accoppiate in corrispondenza della navata; alle cappelle corrisponde il solo ordine inferiore, raccordato da volute. Lungo l'asse verticale gli elementi plastici si intensificano: semicolonne, doppio timpano, finestrone, stemmi (in alto quello del Farnese, scalpellato); sulla porta il monogramma del Nome di Gesù, in marmo e bronzo, opera di Bartolomeo Ammannati del 1574. Nella distribuzione dell'interno il Vignola contemperò le nuove esigenze liturgiche - che prescrivevano un ampio ambiente in cui l'attenzione fosse concentrata sull'altare maggiore e sul pulpito - con la pianta centrale 'allungata': la navata, con volta a botte e fiancheggiata da sei cappelle, si prolunga nel presbiterio absidato ed è intersecata dal transetto di pari ampiezza, con cupola emisferica su tamburo cilindrico, mentre negli angoli sono ricavate quattro cappelle circolari; il tutto è organizzato entro un perimetro rettangolare (la sporgenza del transetto è impercettibile). La volta della navata è decorata dal Trionfo del Nome di Gesù, famoso per l'effetto di prospettiva aerea, che il Baciccia realizzò nel 1679 (suoi anche gli affreschi della cupola e del presbiterio); il corpo di S. Ignazio riposa sotto l'altare del transetto sinistro, dove la cappella del santo è opera di Andrea Pozzo (1696-1700). Accanto alla chiesa si può accedere alle camere ove abitò il santo.