Nel cuore del rione, la basilica, nota dalla metà circa del sec. IV, fu riedificata nelle forme attuali nel 1138-48. Antistante alla facciata a salienti del sec. XII, che conserva un mosaico del sec. XIII, e a lato della quale svetta il campanile romanico, si apre un portico, a cinque arcate inquadrate da un freddo ordine ionico realizzato nel 1702. L'interno basilicale è una delle più riuscite architetture del sec. XII, permeata di rinnovato classicismo che le aggiunte cinque-seicentesche (cappelle laterali e soffitti lignei) e ottocentesche (partitura a lesene della navata) non hanno sostanzialmente modificato. Il pavimento cosmatesco è stato quasi completamente rifatto; preziosissimo il soffitto ligneo a lacunari disegnato dal Domenichino (1617), che nell'ottagono centrale dipinse l'Assunta. All'inizio della navata centrale, tabernacolo marmoreo firmato da Mino del Reame, con fine bassorilievo prospettico a stiacciato (sec. XV). La cappella del coro d'inverno, su progetto del Domenichino (1625) custodisce: la Madonna di Strada Cupa attribuita a Perin del Vaga; a sin., una Fuga in Egitto di Carlo Maratta. Nel presbiterio, la fons olei segnala il punto in cui, secondo la leggenda, nel 38 a.C. sgorgò uno zampillo d'olio preannuncio del Messia. L'abside è decorata dai celebri mosaici realizzati dopo la morte di Innocenzo II (1140-43), raffigurato nel catino, a sin., con il modellino della chiesa. All'altezza delle finestre, gli importanti mosaici con storie della Vergine di Pietro Cavallini (1291), commissionati da Bertoldo Stefaneschi, che è raffigurato nel riquadro centrale più basso con la Madonna e i Ss. Pietro e Paolo. La cappella Altemps, eretta per il cardinale Marco Sittico Altemps, da Martino Longhi il Vecchio (1584-85), in continuità prospettica con la navata sin., all'altare presenta la celebre Madonna della Clemenza, preziosa tavola a encausto romana del sec. VI-VII.