Fondata da Giovanni Visconti (19 settembre 1349), Signore e Vescovo di Milano, la Certosa di Milano a Garegnano è stata monumentalizzata grazie alla donazione, post mortem, effettuata da Luchino Novello Visconti. Numerosi interventi nel corso dei secoli ci restituiscono il complesso nelle forme che conosciamo oggi.
Soppressa nel 1782 la Certosa per ordine di Giuseppe II d’Austria; parti del complesso furono utilizzare per uso agricolo altre come deposito per la polvere da sparo. L’archivio e la biblioteca distrutti. Solamente grazie all’intervento di Don Filippo Premoli, la chiesa monastica e alcune parti del monastero, affidate alla cura parrocchiale, sono state salvate dal degrado.

Si accede alla Certosa attraverso un ampio portale che immette nel cortile delle elemosine, a destra del quale sorgeva l’antica portineria e foresteria. Oltrepassato questo spazio, ci si ritrova nel grandioso cortile d’onore ridisegnato nel 1574 da Vincenzo Seregni.

L’elegante facciata si articola in tre ordini simmetrici. Il frontone spezzato che sovrasta il portale d’accesso, inquadra il rilievo con il Riposo della Sacra Famiglia durante la fuga in Egitto in marmo bianco di Candoglia. Ai lati della porta d’ingresso, si trovano le statue di S. Bruno e S. Ugo vescovo e due finestre al di sopra delle quali sono i busti di Giovanni Visconti vescovo e Luchino Novello Visconti. Il secondo livello è caratterizzato da un grande finestrone con colonnine e arco ai cui lati sono posizionate - all’intero di nicchie - le statue di Sant’Ambrogio Vescovo e San Carlo Borromeo. In sommità, in pietra rossa d’Angera è la Maddalena portata in cielo dagli Angeli e, come figure acroteriali, la Vergine Maria tra due angeli.

Attraversato il portale in legno di quercia si viene proiettati in uno spazio a pianta unica finemente decorato. Tra gli artisti, molti lombardi, che impreziosirono con le loro opere la Certosa di Milano in Garegnano bisogna sicuramente ricordare: Vincenzo Seregni, al quale si deve l’attuale forma architettonica; Simone Peterzano per le decorazioni del presbiterio della chiesa; Daniele Crespi, i cui affreschi caratterizzano la chiesa ed esaltano l’Ordine, San Bruno e i monaci Certosini meritevoli.