La chiesa fu ricostruita nel 1591-1625, su un precedente tempio tardo-gotico. Al di là della facciata, con due campanili e un discusso pronao classicheggiante del 1867, si apre uno spettacolare interno a croce latina, con gran sfoggio di marmi intarsiati bianchi e rossi, stucchi dorati e affreschi, cui lavorarono i grandi nomi della scena genovese: Giovanni e Giovanni Battista Carlone (navate), Andrea Ansaldo e Gregorio De Ferrari (cupola), Giulio Benso (coro e presbiterio). La grande tela in controfacciata (Ultima Cena) si deve a Giulio Cesare Procaccini.