Affascinante esempio del romanico in Toscana – e testimonianza architettonica della prima Arezzo medievale – fu costruita dopo il 1140 come rifacimento di una chiesa successiva al Mille; fino ai primi decenni del ’300 si aggiunsero via via motivi gotici, finché nel 1560 la chiesa fu trasformata da Giorgio Vasari.<br>La notevole facciata romanica ha un basamento a cinque arcate cieche, e più in alto tre ordini di loggiati – aggiunti con i rifacimenti del ’200 – su sessantotto colonne diseguali. Dei tre portali, quello centrale è deco­rato da bassorilievi (‘firmati’ dall’artista e datati 1216): la Vergine orante fra due angeli (nella lunetta) e rappresentazioni allegoriche dei mesi (nell’archivolto).<br>Il portale destro, del 1227, è affiancato dal poderoso campanile, del 1330, detto ‘delle cento buche’ per la regolare struttura a bifore abbinate, su cinque piani.<br>La splendida abside è rivolta a piazza Grande.<br>L’interno è a tre navate, con presbiterio rialzato sulla cripta, e con soffitto a capriate.<br>Sulla facciata interna si trova un notevole bassorilievo (Epifania) dell’undicesimo o del dodicesimo secolo; al principio della navata destra, fonte battesimale esagonale, con formelle marmoree scolpite da Giovanni di Agostino.<br>Il presbiterio è la parte più antica della chiesa, con archi a tutto sesto, e in alto una galleria a bifore.<br>All’altare maggiore si trova un grande polittico (Madonna col Bambino e santi) di Pietro Lorenzetti (1320-1324).<br>Nella cripta, a cinque navate, l’altare ha un busto-reliquiario di S. Donato in argento dorato (1346), opera di maestri orafi aretini.<br>Nella navata sinistra, è murato nella parete un Presepio, bassorilievo marmoreo duecentesco.