Importante basilica paleocristiana a tre navate, con colonne scanalate d’ordine corinzio, e abside un tempo ricoperta da mosaici. Ha subito nel corso dei secoli numerose trasformazioni, tra cui un sostanziale rifacimento alla fine del Cinquecento a opera di Domenico Fontana (1543-1607) e nel 1643 di Francesco Borromini, e considerevoli restauri all’inizio del Novecento. L’intervento più significativo è stato il ripristino delle finestre centinate che illuminano la navata centrale, con l’inserimento di nuove transenne in selenite, identiche nel disegno a quelle del IX secolo. Purtroppo ben poco si conserva degli splendidi mosaici, mentre integra è la decorazione in marmo che corre sopra le arcate della navata centrale. L’ingresso attualmente è dal fianco destro della chiesa, tramite un portico a tre arcate della metà del Quattrocento. In origine invece si accedeva alla basilica da un portale in marmo finemente scolpito, aperto in corrispondenza della navata centrale, che incornicia gli originali battenti lignei in cipresso del 432, intagliati con scene del Vecchio e del Nuovo Testamento. Nel IX secolo fu posta nella navata centrale la schola cantorum, che è stata ripristinata, con l’utilizzo di vari pezzi originari, durante gli ultimi restauri.