Fu il popolo romano (da qui il nome) a raccogliere il denaro per costruire, a cavallo tra i sec. XI-XII, sul luogo dove era stato sepolto Nerone, la prima chiesa, riedificata poi nel 1475-77 per gli Agostiniani lombardi, probabilmente su progetto di Andrea Bregno. Nel '500 si datano il rifacimento del coro absidato da parte di Bramante, e la costruzione della cappella Chigi su progetto di Raffaello. Seguì la trasformazione seicentesca della facciata, sotto la regia di Gian Lorenzo Bernini e per volere di Alessandro VII (1655-59), che pure conserva l'impianto quattrocentesco, così come l'interno, dove la decorazione plastica barocca venne adattata alle partizioni originarie. Lungo la navata destra, la 1ª cappella (Della Rovere) conserva, alla parete sinistra, le tombe dei cardinali Cristoforo e Domenico della Rovere di Andrea Bregno (sec. XV) e, sull'altare, un affresco rappresentante la Natività del Pinturicchio. La 2ª cappella fu ricostruita da Carlo Fontana (1682-87) a croce greca, con sontuoso apparato di marmi policromi e 16 colonne di diaspro di Sicilia; qui l’Immacolata Concezione e santi, pala a olio su muro di Carlo Maratta. Nel presbiterio, sull'altare maggiore è una tavola bizantineggiante con la Madonna del Popolo, dell’inizio del sec. XIII. Alle pareti laterali del coro bramantesco, i monumenti del cardinale Ascanio Sforza e del cardinale Girolamo Basso della Rovere firmati da Andrea Sansovino (1505-1507). Le soprastanti finestre conservano vetrate dipinte a fuoco nel 1509. Nella volta, bellissimi affreschi del Pinturicchio (Incoronazione di Maria, evangelisti, sibille e dottori della Chiesa; 1508-1510). La cupola, senza lanternino, ha calotta e pennacchi affrescati da Raffaele Vanni (1656-58). La cappella a sinistra del presbiterio accoglie due splendidi capolavori di Caravaggio (1601-1602): la Conversione di S. Paolo e la Crocifissione di S. Pietro. Lungo la navata sinistra la cappella Chigi fu disegnata da Raffaello come mausoleo di Agostino Chigi e della sua famiglia: iniziata dal Lorenzetto (suoi i profeti Giona ed Elia), fu completata nel 1652-56 dal Bernini, che realizzò i profeti Abacuc e Daniele; su disegno di Raffaello anche i mosaici sulla cupola. La sagrestia ospita l'altare marmoreo che il Bregno aveva firmato nel 1473 e che accoglie una Madonna senese del '300. Si ricorda inoltre che nel 1811-13 venne sacrificato, nella risistemazione della piazza di fronte alla chiesa e del Pincio, il vasto convento quattrocentesco, poi ricostruito dal Valadier.