La chiesa, eretta dai Gesuiti nel 1632 nel luogo di un preesistente tempio domenicano, dà il nome alla piccola e scenografica piazza circondata da edifici barocchi. Tardobarocco è l’interno, con opere del XVII secolo e della prima metà del XVIII: chi riuscirà a visitarlo (la chiesa, purtroppo, è quasi sempre chiusa) ammirerà gli stucchi italiani di Antonio Quadrio (1721-23), gli affreschi illusionistici nelle volte (1721), opera di Giulio Quaglio II, e il grande medaglione sul soffitto, con episodi della vita di S. Caterina dipinti da Franc Jelovšek. Nell’abside, alle spalle dell’altare maggiore (1762), un affresco illusionistico di Krištof Andrej Jelovšek raffigura S. Caterina tra i filosofi alessandrini (1726); tra gli altari delle cappelle laterali spicca quello marmoreo di S. Ignazio, realizzato da Francesco Robba nel 1727.