Intitolata ai santi gemelli martirizzati forse sotto Nerone, sorge sul sito di un’antica basilica attestata già nel vi secolo e posta su una piccola altura per evitare le piene della Senna. L’edificio attuale, iniziato nel 1494 e finito nel ’600, ha fattezze prevalentemente gotiche alle quali si aggiunge una facciata del 1621 (attribuita a Salomon de Brosse e Clément Métezeau) di gusto classico e dal decoro particolare. Ha infatti due frontoni, uno triangolare e l’altro curvilineo, ed è suddivisa in tre registri ciascuno ornato da colonne di ordine diverso: dorico, ionico, corinzio. L’interno, interessante scorcio di gotico finale, è illuminato da belle vetrate di epoca diversa (dal XVI al XX secolo) e conserva opere di pregio, tra cui la tela raffigurante la Vergine e le anime del Purgatorio (1730-34) di Sebastiano Ricci e l’Adorazione dei magi (1624) di Claude Vignon; gli stalli lignei del coro con misericordie variamente scolpite a rilievo; il più antico organo di Parigi, originario del 1601, che vide esibirsi – tra il 1656 e il 1826 – la celebre dinastia di musicisti Couperin. In questa chiesa si sposò madame de Sévigné e, nel 1674, fu sepolto il pittore Philippe de Champaigne. Durante la Rivoluzione divenne tempio della Giovinezza e molti beni andarono distrutti. Sulla piazza, ove affacciano anche caserme haussmanniane, proprio davanti alla scalinata che porta alla chiesa si leva un olmo (quello attuale fu piantato nel primo ’900) presso il quale si tenevano un tempo riunioni e si emettevano sentenze: una tradizione legata a san Gervasio vuole infatti che sotto gli olmi i giudici siano più giusti.