Qui Giovanni Boccaccio incontro la Fiammetta della sua Elegia (c'e chi avanza l'ipotesi che fosse la figlia naturale di re Roberto, Maria) e, nell'annesso convento, soggiornò Francesco Petrarca e si svolsero le riunioni del Parlamento del Regno. Ma il complesso monumentale, la cui storia è illustrata dal museo allestito nel convento, è anche uno straordinario esempio di stratificazione architettonica, a partire dalle strutture romane sulle quali fu eretta nel VI secolo la prima chiesa, ricostruita dopo il 1270-75 da Carlo I d'Angiò, con maestranze francesi, e da Carlo II d'Angiò, che preferì impiegarvi architetti locali. Venne poi anche l'immancabile ristrutturazione barocca (con la facciata, realizzata da Ferdinando Sanfelice nel 1742, che incorpora il portale trecentesco con i battenti lignei originari), annullata nelle decorazioni interne da moderni restauri. Nell'interno, tra i più belli della città medievale, è evidente la differenza tra la navata, realizzata sotto il regno di Carlo II d'Angiò distaccandosi dai modelli transalpini, e l'abside poligonale, cinta da deambulatorio con cappelle radiali secondo i modi del gotico francese; nel pavimento è evidenziata con elementi metallici la pianta della chiesa paleocristiana. Nella prima cappella destra, sepolcro di Ludovico Aldomoresco (1421) di Antonio Baboccio. La cappella Cacace (terza) è uno dei più preziosi ambienti seicenteschi di Napoli (1653): marmi commessi su disegno di Cosimo Fanzago, sculture di Andrea Bolgi, Madonna del Rosario e santi di Massimo Stanzione. Nel transetto destro è una Natività che, con la Dormitio Virginis che la fronteggia, doveva far parte di un ciclo mariano affrescato da Montano d'Arezzo (circa 1300). L'altare maggiore è ornato da una ancona con le statue dei Ss. Lorenzo, Antonio e Francesco e tre bassorilievi con storie dei santi (nello sfondo, monumenti napoletani), opera di Giovanni da Nola (1530 c.). Percorrendo il deambulatorio si osservino: il sepolcro di Caterina d’Austria (1323 c.) di Tino di Camaino e collaboratori; gli affreschi (storie della Maddalena, 1295-1300 c.) nella prima cappella; gli affreschi (storie della Vergine, 1333-34 c.) di ignoto giottesco nella sesta; la tomba di Maria di Durazzo (m 1371) nella nona. Nel cappellone di S Antonio, tra intarsi del Fanzago, sono la tavola quattrocentesca con S. Antonio tra angeli (altare) e tele di Mattia Preti. Si passa quindi al chiostro settecentesco del convento, al centro del quale si trova un pozzo con la statua di San Lorenzo di Cosimo Fanzago (dalla chiesa vi si entra per una porta dalla navata sinistra). Sul chiostro affaccia la sala capitolare sulle cui volte gotiche Luigi Rodriguez affrescò nel 1608 l'Esaltazione dell'ordine francescano, con l'intento di celebrare i frati dell'Ordine dei Minori Conventuali che si erano distinti per particolari meriti religiosi e culturali. Lo stesso Rodriguez è autore degli austeri affreschi della sala Sisto V, già Refettorio (m 45x10) raffiguranti le Virtù che doveva far proprie chi era meritevole di governare il Regno. Dal chiostro, scendendo di circa 8 metri, ha inizio il percorso archeologico sotterraneo, che documenta la stratificazione della città greca, romana di età imperiale e altomedievale. Il Museo dell'Opera di S. Lorenzo Maggiore è invece allestito negli ambienti cinquecenteschi del convento, contesto originario delle opere esposte.