Bellissima, in latino «formosa»: così apparve la Vergine a san Magno, vescovo di Oderzo (VII secolo), che per tradizione fondò la chiesa. L’edificio venne ricostruito nel 1175 e ancora, dal 1492, da Mauro Codussi, che gli diede le forme del primo rinascimento innestando, sull’originario orientamento a croce greca, di modello marciano, uno schema a croce latina. Tra la sansoviniana facciata sul rio (1542) e quella sul campo (1604), si leva il bianco campanile barocco (1678-88). L’interno, del Codussi, a tre navate con profonde cappelle, innova la spazialità bizantina in chiave di razionalità rinascimentale: il leggero e continuo profilo delle costolature, le bifore aperte nelle pareti delle cappelle, i rimandi fra la sequenza delle arcate e le volte a cupola che ne raccolgono la spinta declinano un linguaggio nuovo, di vibrante luminosità. Nella 1a cappella destra si trova un trittico di Bartolomeo Vivarini (1473); in quella della Scuola dei Bombardieri, nel transetto destro, un polittico (S. Barbara tra santi, circa 1509) di Palma il Vecchio. La chiesa ospita anche concerti.