Fu ricostruita nel 1225 e accolse nei secoli aggiunte e modificazioni successive, integrandole armonicamente nella struttura medievale. La semplice facciata a intonaco dà sul lato del rio, mentre a rivolgersi allo spazio maggiore del campo è il prospetto del transetto destro, con la parte centrale più alta. La complessa volumetria dell’edificio si legge bene all’interno, basilicale, a tre navate, dilatato nel transetto e nelle cappelle absidali a costituire quasi una croce greca, con prospettive inattese. Alla suggestione dell’antico luogo di culto contribuiscono il bel soffitto ligneo a carena di nave (XIV secolo), l’acquasantiera della navata centrale (XIII secolo), il pulpito lombardesco e il Crocifisso trecentesco di Paolo Veneziano su tavola sagomata, presso l’arco centrale; nel presbiterio spicca la Madonna col Bambino e santi di Lorenzo Lotto (1546); tele del Veronese sono sull’altare del transetto sinistro e nel soffitto della Sagrestia nuova, tele di Palma il Giovane nella Sagrestia vecchia.