Dedicata a S. Giovanni Battista, la cattedrale, meglio nota come Duomo, fu realizzata tra il 1491 e il 1498 su progetto del toscano Meo del Caprino, chiamato a Torino dall'allora vescovo Domenico della Rovere. Valorizzata dalle sue stesse caratteristiche architettoniche, la chiesa è resa ancor più celebre dal fatto di essere lo scrigno che custodisce la Sindone e la 'location' delle sue ostensioni. Il volume ridotto dell'edificio, come pure il bianco del rivestimento in marmo, contrasta con il maestoso contesto architettonico che si andò sviluppando intorno dall'epoca barocca in poi (palazzo Chiablese, Palazzo Reale, la cappella della Sindone che spunta prepotentemente alle spalle della cupola del Duomo). Rimane, tuttavia, l'elegante simmetria della facciata, con i suoi ondulati raccordi tra i prospetti delle tre navate, scandite da tre portali decorati, nei sottarchi, dai fini rilievi di Meo del Caprino e aiuti. Il campanile di S. Andrea, di disegno romanico, benché della seconda metà del XV secolo, fu poi sopraelevato su disegno di Juvarra (1720-23). L'interno, a croce latina, è particolarmente luminoso e di struttura ancora prevalentemente gotica. In controfacciata, la bella tomba di Giovanna d'Orlier de la Balme, dama di corte, opera di uno scultore francese di metà del XVI secolo. Nelle navate laterali, ricavate nello spessore della muratura, cappelle devozionali sono arricchite da opere pittoriche e scultoree dal '500 all'800: spiccano, nella prima, la statua di terracotta della Madonna Grande (1460 ca.), al centro di una ricchissima decorazione in legno intagliato; nella seconda cappella di destra il polittico della compagnia dei calzolai, opera di Giovanni Martino Spanzotti e di Defendente Ferrari (1498-1504 ca.). Nel braccio destro del transetto, sovrastato dalla monumentale cantoria barocca, con organo, alla sinistra della porta d'ingresso alla sagrestia - dove si conserva un Battesimo di Cristo (1508-11), altro dipinto della coppia Spanzotti-Ferrari - è il sepolcro dell'arcivescovo Claudio di Seyssel, opera di Matteo Sanmicheli (1525-30). A destra, invece, incombe la tribuna reale scolpita da Ignazio Perucca (1775): ai suoi piedi è la teca che custodisce la Sindone. Nella cappella di S. Massimo, primo vescovo di Torino (VI sec.), la terza della navata sinistra, sotto le statue degli angeli e la tomba del beato Pier Giorgio Frassati, uno dei cosiddetti 'santi sociali' della tradizione torinese.