Il monastero benedettino, fondato nell’XI secolo, fu il centro della vita economica e culturale del territorio fino al 1373, quando venne distrutto da Bernabò Visconti. Rifiorì verso la fine del secolo successivo e ancor più nel ’700. L’annessa basilica ha facciata neoclassica ad atrio e alto campanile. L’interno conserva nel corpo centrale l’impianto trecentesco ritmato da pilastri e arcate ogivali. Gran parte dei dipinti e dell’arredo risale al XVII-XVIII secolo; due pannelli scolpiti d’arte borgognona (XI-XII secolo) sono inseriti nel moderno altare maggiore; nella sagrestia, affreschi cinquecenteschi. Il chiostro inferiore, tardoquattrocentesco, ha decorazioni in cotto, frammenti architettonici romanici e affreschi più tardi. Sotto il portico dell’elegante chiostro superiore, costruito intorno al 1510, affreschi di 26 papi benedettini e, agli angoli, di 16 personaggi eminenti dell’ordine. Dal chiostro si accede alla Sala capitolare, con affreschi del primo ’500, e al Museo abbaziale che custodisce frammenti architettonici dell’antico monastero, tavole quattrocentesche, una tela (S. Bernardo) di Carlo Ceresa. Secondo una tradizione non confermata dalla storia, il 7 aprile 1167 i rappresentanti dei comuni della Lega Lombarda (Milano, Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova) giurarono proprio nell’abbazia di Pontida di difendere le loro autonomie contro l’imperatore Federico I Barbarossa.