Edificato dai normanni, fu consacrato sotto il dominio degli Svevi (1197) e venne parzialmente distrutto una prima volta dal terremoto del 1783; l'aspetto attuale è il risultato degli interventi di ricostruzione eseguiti dopo il terremoto del 1908 e il bombardamento del 1943: delle antiche membrature strutturali sopravvivono soltanto l'angolo nord-ovest e il locale che attualmente ospita la cripta. La facciata è decorata con fasce marmoree policrome a bassorilievo (XV sec.) raffiguranti scene campestri e di vita domestica quotidiana. Il portale maggiore, opera composita realizzata tra la fine del XIV secolo e la prima metà del XVI, è fiancheggiato da due leoni stilofori trecenteschi di notevole fattura. Sul fianco destro è un portale di Polidoro da Caravaggio e di Domenico Vanello (XVI sec.); l'esemplare gemello, posizionato sul fianco opposto, è oggi utilizzato come accesso al moderno battistero, che non ne permette tuttavia la corretta lettura compositiva; nel corpo di fabbrica addossato al fianco si apre una bifora gotico-catalana, in pietra, del XV secolo, mentre quelle che seguono sono copie novecentesche. L'interno, d'impianto basilicale a croce latina commissa, si presenta anch'esso in gran parte rifatto: è diviso in tre navate da colonne sormontate da archi ogivali e coperto da un tetto a capriate dipinte. Al primo altare della navata destra, statua di S. Giovanni Battista attribuita ad Antonello Gagini (XVI sec.; è l'unico esemplare, di una serie detta Apostolato, scampato alla calcinazione nell'incendio del 1943); più avanti, un portale in pietra ad arcatura ogivale del tardo '400 orna l'ingresso del vestibolo che introduce al Tesoro, mentre il suo gemello è collocato nella navata sinistra come accesso al vestibolo simmetrico. Nel presbiterio, all'altare maggiore, è il paliotto con al centro la raffigurazione della Vergine che consegna la lettera all'ambasceria messinese. Nell'abside sinistra, la cappella del Sacramento, progettata negli ultimi anni del XVI secolo da Jacopo del Duca, allievo di Michelangelo, è l'ambiente architettonico meno colpito dalle varie calamità; ospita le formelle raffiguranti la Cena in Emmaus e l'Ultima cena e, nel catino absidale, un mosaico del XIV secolo con la Madonna in trono attorniata da arcangeli, sante e regine.