Il torrente Grand Eyvia è scavalcato dal ponte-acquedotto, ardita struttura romana che supera la profonda gola, alta dal livello dell'acqua 52 m. L'iscrizione sulla fronte Nord («Imp. Caesare Augusto xiii cos. design./C. Avillius C. F. C. Aimus Patavinus») ricorda che l'opera fu costruita sotto il 13° consolato di Augusto (3 a.C.) da Caio Avillio e Caio Aimo Patavino a proprie spese e per uso privato. A una sola arcata (luce 14.24 m), lungo 56 m, largo 2.40 e dotato di un suggestivo passaggio interno cui si accedeva da due ingressi voltati e con soprastante acquedotto, il ponte assolveva una duplice funzione. Il passaggio superiore scoperto risale probabilmente a epoca medievale: i lastroni in pietra della pavimentazione, che segnano la linea di marcapiano esterna, costituivano l'ossatura della canalizzazione soprastante, a sezione rettangolare (cm 102x150) e rivestita in opera signina. Il recente restauro conservativo ha permesso la visita del ponte attraverso un percorso ad anello: si attraversa il condotto superiore, si entra al livello pedonale sottostante attraverso la sponda a sinistra e si esce sulla sponda destra, da cui infine, si accede, grazie ad una passerella in acciaio, all'antica strada romana di servizio ricavata nella roccia.