La ‘reggia’ megalitica più insigne della Sardegna è un complesso tanto prezioso da essere incluso nella Lista del Patrimonio dell’Umanità Unesco. Rappresenta, con i nuraghi Losa e Santu Antine, la più esemplare e spettacolare espressione architettonica della civiltà megalitica protosarda. Racchiude in sé molti secoli di storia, dal Bronzo medio (secoli XVI-XIII a.C.), cui appartiene il primo impianto della torre centrale, alla seconda età del Ferro (secoli VI-III a.C.). Fra i resti grandiosi, isolati su un colle dominante la Marmilla, si riconoscono il nuraghe centrale polilobato a tre camere sovrapposte (secoli XVI-XIII a.C.), il successivo bastione articolato in 4 torri, il pozzo profondo 20 m, un più recente baluardo. Distrutto nel VII secolo a.C., il villaggio (che era composto da oltre 200 unità abitative) fu riedificato e abitato fino all’età romana. Una ricostruzione dell’insediamento nuragico come doveva apparire nel XIV secolo a.C. si può osservare nel Centro di comunicazione e di promozione del Patrimonio culturale «Giovanni Lilliu» (poco distante dall’area archeologica), dedicato all’archeologo nativo di Barùmini (1914-2012) che, tra il 1950 e il 1954, diresse la campagna di scavi che riportò alla luce Su Nuraxi, illustrata da fotografie scattate dallo stesso illustre studioso. Sono inoltre presenti altri nuclei espositivi tematici (permanenti e temporanei) e una mostra-mercato sull’artigianato d’arte sardo.