Si tratta in realtà dell’area pertinente alle cosiddette Terme centrali, ma che ha preso il nome dal mitico governatore che, come vuole la tradizione, avrebbe condannato a morte i tre martiri turritani. Subito dopo l’ingresso, presso l’Antiquarium, si incontrano i resti di un’insula, un quartiere abitativo facente probabilmente parte del primo impianto ortogonale della colonia romana. Superata una strada lastricata in basalto (decumanus) si accede all’imponente edificio termale (realizzato in due fasi distinte nel II e tra la fine del III e gli inizi del IV secolo), arrivando al frigidarium, che conserva due vasche a pianta rettangolare con decorazioni musive a pelte e a motivi geometrici, e poi al tepidarium, anch’esso mosaicato e con parte delle volte ancora sul luogo. Seguono, in successione, i tre ambienti dei calidaria, l’ultimo dei quali presenta ben conservato, nell’abside, il pavimento poggiante su pilastrini e le intercapedini alle pareti per la circolazione dell’aria calda. All’esterno, strade lastricate fiancheggiano le terme; presso quella con orientamento nord-sud (cardo) si affacciava un portico sul quale si aprivano numerosi locali pubblici (tabernae).