Ad accogliere i visitatori nella «domus» di Giulio Polibio sono la voce narrante e l'ologramma del padrone di casa, un ricco liberto, le cui sembianze sono state ricostruite sulla base di calchi e studi scientifici. La suggestiva visita guidata e interattiva, della durata di circa 1 ora, inaugurata nel 2010 (con prenotazione obbligatoria e biglietto aggiuntivo), si pone l'obiettivo di restituire agli ospiti sequenze di vita quotidiana, i rumori ei silenzi, gli affetti e il lavoro nella dimora pochi istanti prima della tragedia dell'eruzione. L'impianto originario della casa risale alla fine del III secolo a.C. e i suoi due portali d'ingresso, per i padroni di casa e la servitù, si aprono su via dell'Abbondanza. L'atrio conserva resti di una decorazione pittorica che nella parte alta risale al II secolo a.C., in quella bassa al I secolo a.C. Le decorazioni e la preziosità dei pavimenti in marmi bianchi e colorati, provenienti dalla Grecia, dall'Asia Minore e dall'Africa settentrionale, attestano l'agiatezza della famiglia. Particolarmente interessanti, negli ambienti più importanti della “domus”, la ricostruzione e ricollocazione di numerosi arredi e oggetti d'uso domestico (armadi, tavoli, triclini ecc.) rinvenuti tra le ceneri eruttive.