Eretta in età imperiale e rovinata nel V secolo d.C. a causa di un terremoto, è venuta alla luce solo nel 1976 durante i lavori per la costruzione dell'autostrada Messina-Palermo. Essa presenta analogie nel tipo edilizio con quella, meno nota, di Terme Vigliatore: come questa ha un ampio peristilio, sui lati lunghi del quale si affacciano le stanze private e sul lato corto, opposto al vestibolo, il tablino con le consuete tre esedre terminali. Un piccolo complesso termale è situato a nord-est del peristilio. A differenza della villa di Terme Vigliatore e del grande edificio d'abitazione di Tindari, la decorazione musiva pavimentale è policroma e preferisce ai temi mitologici motivi geometrici e naturalistici: come nel tablino, dove vediamo forme geometriche e animali inclusi in ottagoni a lati concavi, e nel portico, con riquadri delimitati da festoni di alloro.