Il complesso archeologico, in prossimità di Abbasanta, è con Su Nuraxi di Barùmini e il Santu Antine presso Torralba fra i monumenti preistorici più importanti dell’isola. Il nuraghe Losa – losa in sardo significa tomba – è infatti tra i più grandi e meglio conservati: la sua imponente mole colpisce l’occhio anche del viaggiatore più distratto. Presenta due fasi costruttive principali, entrambe presumibilmente risalenti alla seconda metà del II millennio a.C. La parte più antica è formata da una torre a due piani, alta 13 m, con camere centrali sovrapposte (quella del piano inferiore è fornita di tre nicchie), coperte a falsa volta e collegate da una scala elicoidale che parte dall’andito. Questa struttura fu successivamente inglobata in un bastione triangolare dotato di tre torri, due accessibili attraverso corridoi che si aprono subito dopo l’ingresso principale, la terza da un ingresso secondario sul lato nord. Altre due torri con feritoie, raccordate da possenti cortine, proteggono la struttura nella sua parte posteriore, mentre di fronte all’entrata principale si addossa una torre a due ingressi opposti, con funzioni non ancora ben chiarite. Un circuito murario più ampio – ancora oggi alto oltre 2 m – doveva con tutta probabilità proteggere il villaggio che si distribuiva intorno. Poco più a ovest si trovano dei resti di una tomba dei giganti.