È chiamata cosi perché scavata in occasione delle nozze d'argento dei reali d'Italia (1893); dopo quella del Fauno è l'abitazione privata più nobile della città, costruita in età sannitica ma modificata in epoca romana nelle strutture e nella decorazione. Dal vestibolo si entra nel grandioso atrio tetrastilo, sorretto da altissime colonne corinzie e decorato in secondo stile; gli ambienti più signorili si dispongono sul lato sud del peristilio: una grande sala, con volta sostenuta da quattro colonne dipinte in rosso porfido e decorazione di secondo stile sulle pareti; lungo l'ambulacro si aprono “Cubicula” (piccole stanze) con decorazione architetturale nello stesso stile e un grande salone a parete nera.