Probabilmente circondati da un unico recinto, testimoniano la ricchezza e l'importanza che la città ebbe nel V secolo a.C. Il tempio G, uno degli edifici più colossali dell'architettura greca (110,36x50,10 m), era forse consacrato ad Apollo, il dio tutelare della città (per altri sarebbe consacrato a Zeus). Periptero ottastilo con 46 colonne complessive e cella a tre navate, fu iniziato attorno al 550 a.C. ed era probabilmente incompiuto al momento della distruzione della città, nel 409 a.C.: molte colonne non sono scanalate e l'edificio mostra le variazioni dello stile durante il lungo periodo costruttivo dall'arcaico nella fronte est al classico in quella ovest. Dall'enorme ammasso delle rovine emerge oggi soltanto una colossale colonna, restaurata nel 1832, alta 16 m e del diametro di 3,5 m. A destra della strada si dispongono le rovine del tempio F, il più piccolo e quello che ha subito le maggiori spoliazioni. Periptero esastilo con 36 colonne (rispettivamente 6 e 14 per lato), fu eretto in stile arcaico tra il 560 e il 540 a.C.; era decorato da metope formate da due pezzi sovrapposti, eccellente risultato dell'arte scultorea selinuntina. Il vicino tempio E, di puro stile dorico (V sec. a.C.), dedicato a Hera (Giunone), è periptero esastilo, rispettivamente di 6 e 15 colonne per lato e decorato da metope. Attorno alla metà degli anni '50 del '900, colonnato, parte della trabeazione e cella furono rialzati e oggi il tempio giganteggia nel panorama di Selinunte, provocando nel visitatore la suggestione di poter "ricostruire mentalmente" il resto del sito. Appena a ovest dei templi è il baglio Florio, destinato ad accogliere i reperti archeologici già custoditi nella Casa del Viaggiatore e nell’antiquarium presso il tempio M, oltre il Modione, luogo di incontri culturali e convegni.