L’arco, a tre fornici intercomunicanti e con quattro colonne scanalate di ordine composito su ciascuna faccia, fu eretto nel decimo anniversario (203) dell'ascesa al trono dell'imperatore; il suo buono stato di conservazione dipende dal fatto che nel Medioevo venne inglobato in altri edifici. L'iscrizione sulle due facce dell'attico celebra le vittorie sui Parti, sugli Arabi e sugli Adiabeni riportate dall'imperatore e dai figli Caracalla e Geta; quando nel 211 Caracalla fece uccidere il fratello, il nome di questi fu sostituito da altri motti in onore dei due principi. I quattro pannelli sopra i fornici minori rappresentano episodi delle due guerre di Settimio Severo contro i Parti, mentre il fregio sotto gli stessi rappresenta la processione trionfale; sui plinti delle colonne, figure di Barbari condotti prigionieri. I pannelli rientrano nella tradizione del rilievo storico e sono stilisticamente influenzati da quelli delle colonne coclidi (notevoli le affinità con la colonna di Marco Aurelio), sebbene la tecnica narrativa sia qui più riassuntiva e schematica; la decorazione accessoria è tesa a esaltare l'eternità e universalità dell'Impero, aderendo più da vicino alla tradizione classicista. Il selciato sotto il fornice mediano è il resto di una strada risalente all'intervento dioclezianeo nella zona.