In prossimità del mare (via Serapide), a ridosso del porto si trovava il «Macellum», mercato alimentare dell'antica Putéolis, eretto tra la fine del secolo I e il II d.C., con notevoli rifacimenti di età severiana. I ruderi furono a lungo considerati un tempio di Serapide, per il rinvenimento di una statua del dio, e poi un edificio termale, fino a quando nel 1907 se ne riconobbe la reale funzione. La struttura presenta il tradizionale impianto a cortile quadrato circondato da portico su cui si aprono file di tabernae (botteghe), accessibili anche dalla piazza e dalle strade perimetrali che raccordavano il mercato al tessuto urbano. L'ingresso principale, aperto verso il mare, era costituito da un ampio vestibolo; all'opposto era una grande abside a funzione sacrale, sontuosamente decorata. La sequenza delle colonne del portico, in marmo africano, veniva su questa lato interrotta da quattro steli di modulo maggiore in cipollino; tre di essi, ancora in situ, delimitavano il pronao del sacello, coperto da una semicupola. Nell'abside sono tre nicchie per statue; ai lati si aprivano quattro ambienti per la vendita della carne e del pesce; la “tholos” centrale, su podio e con al centro una fontana, era delimitata da 16 colonne corinzie di marmo africano. Sulle colonne superstiti del portico, le tracce di erosione dei litodomi, molluschi che vivono a pelo d'acqua nel mar Tirreno, segnalano la cronaca del bradisismo e del conseguente alterno alzarsi e sprofondare del suolo nei Campi Flegrei.