Celebre per la decorazione pittorica che si richiama al culto misterico del dio Dioniso, questa villa suburbana fu fondata nella prima metà del II secolo a.C. e ristrutturata intorno al 60 a.C. (la maggior parte degli elementi decorativi di secondo stile fu realizzata allora), mentre dopo il sisma del 62 d.C. una parte fu trasformata in villa rustica. Comprende un quartiere residenziale, con una terrazza sorretta da un criptoportico che si affacciava sul mare, e uno servile. L'ingresso antico era sul lato opposto all'attuale. Il peristilio introduce la sequenza, disposta sullo stesso asse, di “atrium” (con raffigurazioni paesaggistiche) e “tablinum” (con decorazione in terzo stile maturo e avanzato); interessanti anche le finte architetture delle stanze da letto. Il peristilio divenne il centro del settore rustico della villa: sul lato nord sono infatti ubicati il “torcularium” per la pigiatura dell'uva e gli ambienti di servizio, dove sono stati rinvenuti attrezzi e masserizie. Il ciclo pittorico, il più grandioso (m 17x3) lasciatoci dall'antichità, riguarda una scena di culto misterico (da cui il nome alla villa) e si trova nel “triclinium” a destra del “tablinium”. Fu realizzato nel I secolo a.C. da un artista campano aperto agli influssi greci di epoca classica ed ellenistica. Per ovviare alla proibizione di rappresentare i riti orfico­dionisiaci al di fuori di ambiti sacrali si utilizzò forse un modello teatrale, che ha come perno la coppia, solo parzialmente conservata, di Dioniso e Arianna in trono. Ancora oggetto di discussione è il significato delle scene laterali e del fregio. A riti di iniziazione femminile – in particolare il matrimonio - alludono secondo alcuni studiosi le scene di toeletta, mentre altri riconducono l'intera raffigurazione, che si stende sullo sfondo di una finta incrostazione marmorea, alla celebrazione della nascita di Dioniso e dei suoi"demoniaci" poteri connessi alle forze della natura.