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Scavi di Ostia Antica

localita

viale dei Romagnoli 717 00119 Ostia Antica (RM)
0656358099
Area archeologica di rilevanza mondiale per l'imponenza delle strutture romane conservatesi. La tradizione attribuisce la fondazione di una prima colonia di Ostia (da «ostium» = foce) allo sbocco del Tevere, e la sistemazione delle saline ad Anco Marcio, anche se il rinvenimento di terrecotte architettoniche dei sec. VI-V a.C. fa supporre che nel sito della futura città esistesse a quel tempo solo un luogo di culto. La colonia archeologicamente documentata fu invece fondata alla fine del sec. V o agli inizi del IV a.C. come cittadella fortificata rettangolare («castrum»); dapprima base della flotta sotto il controllo di un questore romano, dal sec. II a.C., in seguito all'acquisita importanza per i commerci e l'approvvigionamento alimentare di Roma, cominciò a espandersi: la cinta di cui sembra l'abbia dotata Silla dopo la presa da parte di Mario racchiudeva un'area di 69 ettari, e dal I a.C. le epigrafi attestano un ordinamento coloniale autonomo. Con Augusto e i suoi successori la città fu dotata di un teatro, di un primo foro e di un acquedotto, ma fu la costruzione del porto di Claudio, e soprattutto di quello di Traiano, che ne accrebbe ulteriormente l'importanza; Ostia vide potenziata la propria funzione di centro amministrativo e direzionale dei commerci e questo comportò una generale ristrutturazione urbanistica, attuata soprattutto sotto Adriano, che ricostruì i quartieri compresi tra il decumanus maximus e il porto fluviale (si raggiunsero forse allora i 50000 abitanti). Fino all'età dei Severi la città godette del favore imperiale, ma dopo la metà del sec. III cominciò a declinare, sopravvivendo come centro residenziale di alti personaggi. Agli inizi del sec. V il braccio ostiense del Tevere non era più navigabile e iniziò l’abbandono; il progressivo allontanamento della costa per l'insabbiamento del fiume e, da ultimo, la piena del 1557, ne causarono la decadenza definitiva. I primi scavi regolari di Ostia furono intrapresi sotto Pio VII, per impulso di Carlo Fea (1802-1804), e sotto Pio IX, a opera di Pietro Ercole e Carlo Ludovico Visconti (1855-70). Dopo l'Unità, ricerche sistematiche furono riprese solo nel 1907 da Dante Vaglieri e proseguite soprattutto da Guido Calza, in vista dell'Esposizione universale del 1942; la zona visitabile raggiunse così l'estensione di 34 ettari, a fronte dei probabili 50 effettivamente edificati in antico. Nel dopoguerra si è proceduto in particolare a restauri (i più importanti sono di Italo Gismondi) e a sistemazioni, oltre che a limitati interventi di scavo.
Informazioni
 Apertura: lunedì-domenica 8.30-19; i giorni e gli orari di apertura possono subire variazioni. Apertura/Chiusura annuale: sempre aperto
Condizioni di visita: ingresso a pagamento