Monumento circolare (circa m 87 di diametro) ispirato alla tomba di Mausolo re di Caria (da cui prende il nome) e probabilmente anche a quella di Alessandro Magno. Iniziato da Augusto per sé e i propri successori nel 27 a.C., cadde in rovina nella tarda antichità, quando fu sfruttato come cava di materiali; fu poi trasformato in vigna, giardino pensile, anfiteatro, politeama e infine in auditorium. Gli scavi ebbero inizio nel sec. XVI, ma solo nel 1936-38 il monumento fu completamente liberato. Il mausoleo, alto 44 m, aveva un tumulo piantato a cipressi ed era sormontato dalla statua bronzea dell'imperatore: l'ingresso, rivolto a sud, era fiancheggiato da due obelischi (uno trasportato da Sisto V nel 1587 all'Esquilino, l'altro collocato da Pio VI nel 1786 sulla fontana di Monte Cavallo); a lato di questi, su due pilastri, erano affisse tavole recanti l'autobiografia di Augusto. Del monumento, notevole per l'uso sapiente di tecniche e materiali diversi nelle varie parti dell'edificio (blocchi squadrati nei rivestimenti esterni e negli elementi portanti, calcestruzzo nelle volte e nei nuclei murari, opus reticulatum nel paramento degli ambienti non praticabili), rimane solo la parte inferiore, dalla conformazione costruttiva particolarmente elaborata: all'interno del muro perimetrale (alto circa m 12 e in origine rivestito di travertino) era una serie di muri concentrici, che delimitavano nicchioni e vasti ambienti funzionali alla parte superiore del monumento. Al centro era un pilastro cilindrico, alto m 44, che sorreggeva la statua dell'imperatore e all'interno del quale era ricavata una cella quadrata per accogliere le spoglie di Augusto; nell'anello che circondava il pilastro si disponevano le sepolture di Livia, Ottavia, dei nipoti Marcello, Gaio e Lucio, di Agrippa, Tiberio e di altri membri della famiglia come Giulio, Claudia e, infine, di Nerva e di Giulia Domna, moglie di Settimio Severo.