La visita ha inizio lungo una galleria nel tufo, al termine della quale inizia la gradinata verso l'acropoli. A sinistra si accede all'antro della Sibilla, tra i più importanti santuari dell'antichità, che si raggiunge attraverso una galleria trapezoidale lunga più di 130 metri e alta 5, scavata nel tufo. L'interno è tutto un gioco di chiaroscuri, di luci e ombre, di diramazioni secondarie sfruttate in età romana come cisterne e in età paleocristiana come luoghi di sepolture. A sud l'antro si conclude in un ampio ambiente voltato, che dà accesso, verso sinistra, a un cubicolo tripartito con porte o transenne, testimoniate dai fori di fissaggio sugli stipiti. È questo l'ambiente più riposto e segreto, e aperto verso il mare che l'archeologo Amedeo Maiuri identifico negli anni '20 del Novecento come l'antro dove la profetessa avrebbe vaticinato ai pellegrini che frequentavano il santuario. Ma l'interpretazione dell'antro è stata spesso ridiscussa: la galleria corre parallela alla costa, al di sotto delle mura che collegavano l'acropoli alla città bassa, e ciò ha fatto supporre ad altri studiosi un'originaria funzione militare. A destra del summenzionato largo si trova la Cripta romana, parte di un sistema di gallerie che, partendo dalla città bassa in prossimità del Foro, attraversava il monte in direzione del porto. Per una rampa moderna (lungo il percorso tratti delle mura greco-romane) si sale verso l'acropoli, il cui ingresso è segnalato da una torre d'impianto romano. Proseguendo lungo il basolato della via Sacra s'incontra a sinistra una terrazza panoramica da cui si osserva l'ampio litorale cumano, capo Miseno, il golfo di Pozzuoli e l'area napoletana a sud, e s'abbraccia la costa fino a distinguere il monte Massico, limite settentrionale della piana campana. Quasi alla metà del percorso, la terrazza inferiore è occupata dal tempio di Apollo, il dio che dominava la città e ne stabiliva i destini. Di fondazione greca, fu ricostruito in età romana per poi essere utilizzato come basilica nel V-VI secolo d.C., come attestano le fosse di sepoltura scavate nella platea. Proseguendo sulla via Sacra, si ascende alla terrazza superiore ove è il cosiddetto tempio di Giove profondamente rimaneggiato in età romana e trasformato in seguito in chiesa (si vedono resti dell'altare e del battistero).