Risale al 1838 la prima relazione scientifica sulle proprietà curative dell’acqua Puzza di Bagni di Valgrande, senza nulla aggiungere alla considerazione che i valligiani da antica data avevano per quella sorgente solfurea, toccasana per i malanni dell’intestino e della pelle. L’imprimatur della medicina ufficiale era comunque il presupposto per lo sviluppo dell’attività curativa, che avvenne tra Otto e Novecento sotto l’amministrazione asburgica, e si trasformò in turismo vero e proprio con il passaggio all’Italia dopo la Grande Guerra. Allo stabilimento e all’albergo dell’inizio, si è sostituito il complesso di cure inaugurato nel 2003 nell’ambito di un più ampio progetto di turismo termale. Un centro “concettualmente innovativo”, impostato in collaborazione con l’Università di Padova come presidio del benessere della pelle e delle mucose.