Il patrimonio comprende mobili, quadri e oggetti provenienti anche da altre residenze sabaude (Moncalieri e Colorno, vicino a Parma). Fino alla chiusura per restauro, il museo presentava una ricca collezione di preziosi mobili del '700, tra cui spiccano alcune opere dell'ebanista Pietro Piffetti (pregadio della camera dal letto nell'appartamento della regina) e dell'intagliatore Giuseppe Maria Bonzanigo (stipo-scrivania laccato bianco e azzurro nella sala del Bonzanigo), tappezzerie, tessuti e arredi vari (bel lampadario in ceramica e bronzo nel salotto degli specchi dell'appartamento di levante, raffinati candelieri da muro di Bonzanigo nella galleria di levante), statue, sovrapporte, porte dipinte. Un patrimonio che, in più occasioni, è stato preso di mira dai ladri, evidentemente ingaggiati da esperti estimatori. Nei soffitti decorati e alle pareti, sono da segnalare le tele con scene di caccia al cervo di Vittorio Amedeo Cignaroli (1772-78), nella sala degli scudieri dell'appartamento del re, e l'affresco con il Sacrificio di Ifigenia di Giovan Battista Crosato (1733) nel soffitto dell'anticamera dell'appartamento della regina. Particolarmente scenografico il salone centrale con affreschi (Trionfo di Diana) di Giuseppe e Domenico Valeriani, 36 applique eseguite nel 1734 su disegno di Juvarra e un grande lampadario in bronzo e cristallo del 1773. Studiato per celebrare la magnificenza della casa nobiliare, il salone in realtà è una gloriosa illusione, giocata su trompe ­l'oeil capaci di ingannare l'occhio simulando marmi e stucchi preziosi. Nell'antica rimessa di corte era esposta la carrozza di Napoleone, usata nel viaggio a Milano per l'incoronazione.