Così chiamato perché si trova di fronte alla scalinata del Duomo, questo straordinario complesso – fino a non molti anni fa ospedale cittadino – è destinato a divenire il terzo polo dell’arte senese accanto al Duomo e a Palazzo Pubblico. È attraversato da una strada interna, e tra sotterranei, chiese, sale, cortili, cappelle e musei si estende per 350mila metri quadrati.<br>Lo Spedale fu istituito alla fine del nono secolo per i pellegrini lungo la Via Francigena e per accogliere poveri e bambini abbandonati: divenne presto beneficiario di donazioni, e la sua ricchezza ne fece uno dei maggiori committenti d’arte della Siena medievale.<br>Il percorso di visita comprende circa 12mila metri quadrati: oltre allo Spedale e al Museo Archeologico, si trovano qui un Museo dei Bambini e le mostre del Centro d’Arte contemporanea trasferito dal palazzo delle Papesse.<br>La grandiosa chiesa della SS. Annunziata fu edificata nel ’200 e trasformata nel ’400 da Francesco di Giorgio Martini; di fine ’600 sono gli altari laterali e l’altare maggiore, con bronzo (1476) di Lorenzo Vecchietta; la decorazione dell’abside è del 1730; di fronte all’organo cinquecentesco, la cappella riservata ai cantori.<br>A lato dell’atrio d’ingresso, la cappella del Manto prende nome da un celebre affresco (Madonna della Misericordia, 1444) di Domenico di Bartolo, poi spostato nella Sagrestia Vecchia: fu costruita per ospitare la raccolta di reliquie acquistata dallo Spedale a Costantinopoli nel 1357; alle campate esterne, affreschi trecenteschi; la lunetta nalla terza campata (1513) è di Domenico Beccafumi.<br>La galleria detta del Passeggio, costruita a fine ’300, espone tele seicentesche di scuola senese, modelli in gesso di Tito Sarrocchi e due statue del ’300, di Mariano d’Angelo Romanelli e di Lando di Stefano, provenienti dalla cappella di Piazza. Sulla destra del Passeggio si aprono grandi corsie ospedaliere, oggi adibite a uso espositivo.<br>La solenne sala del Pellegrinaio, costruita tra 1330 e 1380 (salvo l’ultima campata, cinquecentesca), fu splendidamente affrescata tra 1441 e 1444 da Lorenzo Vecchietta, Domenico di Bartolo e Priamo della Quercia con temi civili, come il mito della fondazione dell’istituzione ospedaliera e scene di vita quotidiana all’interno dello Spedale.<br>La Sagrestia Vecchia, detta anche cappella del Sacro Chiodo, fu costruita nel 1444 per ospitare le reliquie della cappella del Manto; gli affreschi (1446-49) sono del Vecchietta. Nell’adiacente cappella della Madonna (1680), opere di Giuseppe Nicola Nasini.<br>Nella cappella delle Donne, costruita nel ’300, si trovano affreschi quattrocenteschi di Martino di Bartolomeo, opere attribuite a Bartolo di Fredi, e una Crocifissione di Andrea di Bartolo.<br>Scendendo verso il primo seminterrato, si passa dalla cosiddetta Corticella al Fienile medievale, ricovero dei pellegrini giunti in città per l’Anno Santo del 1300, dove sono esposti i marmi originali della fonte Gaia.<br>Accanto, si trova l’oratorio della Compagnia di S. Caterina della Notte, dove la santa si ritirava a pregare, con tele sulla vita di santa Caterina, una Madonna trecentesca in marmo, dipinti, intagli, reliquari, arredi e una bella tavola di Taddeo di Bartolo datata 1400. Da notare quattro testate di bara del primo ’500 con S. Caterina che protegge sotto il manto quattro confratelli.<br>Dalla Corticella si scende ai locali della Società di Esecutori di Pie Disposizioni, già Confraternita dei Disciplinati di Maria Santissima, la più antica compagnia di S. Maria della Scala, con i lasciti d’arte accumulati nei secoli. Durante i restauri è emerso qui un ciclo affrescato del primo ’300 (Tebaide) attribuito alla cerchia di Ambrogio Lorenzetti.<br>Al secondo piano seminterrato si visita l’affascinante Museo Archeologico, con oggetti fittili, urne cinerarie, statue, ceramiche, utensili ordinati secondo il luogo di provenienza, e con collezioni, nobiliari e non, ordinate nel 1933 dall’archeologo Ranuccio Bianchi Bandinelli