Istituito nel 1882, è oggi ospitato in un palazzo progettato nel 1932 da Marcello Piacentini e presenta collezioni archeologiche, frutto degli scavi effettuati in Calabria dalla fine dell'Ottocento, e sezioni di arte medievale e moderna. Il piano inferiore è dedicato all'archeologia subacquea: oltre ad ancore e anfore rinvenute nei fondali calabresi, spiccano i celebri Bronzi di Riace (attualmente trasferiti presso il consiglio regionale della Calabria, palazzo Campanella, via Cardinale Portanova) raffiguranti due guerrieri scolpiti a tutto tondo, raro esempio di scultura greca in bronzo del V secolo a.C. Di interesse eccezionale sono anche i relitti di una nave naufragata tra il V e il IV secolo a.C.: sono esposti, oltre al vasellame di bordo, il Ritratto di filosofo in bronzo e un'altra testa maschile detta di Basilea. Nelle sale dedicate alla preistoria, dal Paleolitico alla prima età del Ferro, sono da segnalare ceramiche, strumenti in ossidiana e oggetti in bronzo come fibule e bracciali. La sezione dedicata a Lokroi Epizephyrioi (Locri) e alle aree sacre espone esemplari di vasi a figure nere e rosse e specchi in bronzo, tipici dell'artigianato locrese, un guscio di tartaruga usato come strumento musicale, una bambola in terracotta, palline in bronzo e astragali; dalla località Mannella provengono ceramiche d'importazione, statuette fittili, vasi plastici, maschere votive, arule, statue di offerenti e di divinità, pinakes del V secolo a.C.; dal santuario di Marafioti, la trabeazione dell'omonimo tempio, con antefisse a testa leonina, e un monumentale gruppo acroteriale (ultimo quarto del V secolo a.C.); dal santuario di contrada Marasà, terrecotte architettoniche e il gruppo frontonale dei Dioscuri; dal santuario di Grotta Caruso, modellini fittili di fontane, ninfei e grotte, e statuette votive. Al primo piano si trovano le sale dedicate ai reperti delle colonie e delle subcolonie greche del territorio calabrese. Tramite reperti provenienti soprattutto dalle necropoli e dalle aree sacre, vengono documentati aspetti della vita di Rhegion (Reggio), Metauros (Gioia Tauro), Medma (Rosarno), Laos (Marcellina, nei pressi di S. Maria del Cedro), Caulonia (Monasterace Marina), Crimisa (Cirò). Al secondo piano è la sezione di arte bizantina, medievale e moderna inaugurata nel 1969. Importanti sono gli elementi architettonici decorativi provenienti dall'abbazia di S. Maria di Terreti, fiorente centro del monachesimo basiliano calabrese, fondata da Ruggero II nel 1103. La raccolta di pitture è costituita anche da opere in parte provenienti da collezioni private. Tra le altre, grande rilievo acquistano le due tavolette giovanili di Antonello da Messina che raffigurano S. Girolamo in penitenza e I tre angeli apparsi ad Abramo. Altra opera molto nota è Il ritorno del figliol prodigo di Mattia Preti databile intorno al 1656