Non è un'opera d'arte e una costruzione morta da inventariare, ma un luogo che narra la storia di questa parte di Austria e della sua capitale. E di Vienna, la cattedrale di S. Stefano segna il centro geografico e, con la sua svettante guglia e il ripidissimo tetto ricoperto in tegole smaltate policrome, ne è simbolo e punto di orientamento. Costruita in forme romaniche nel XII secolo, rimane di questo stile la parte inferiore della facciata e le torri dei pagani (Heidentürme), fiancheggiate da due alte cappelle che, insieme ai grandi rosoni, alle torricelle, agli archetti e alle monofore, sono elementi di quella ricostruzione gotica che ha fatto del Dom uno dei più significativi esempi di questo stile in Europa. Percorrendo il perimetro esterno ogni lato offre una differente facciata, tutte riunite sotto gli alti spioventi del tetto decorati a disegni geometrici e grotteschi doccioni. Statue, pinnacoli, alte vetrate, archetti e portali finemente scolpiti, insieme alla superba guglia (cui si sale per una scala a chiocciola di 340 gradini), fanno dell'esterno di Stephansdom un manifesto dello stile gotico, che si impone con la sua mole sulla rete di vicoli e strette vie di impianto medievale che si stende intorno. Si entra e si rimane incantati davanti a uno degli interni più belli e solenni del mondo: lungo 92 metri, largo 39 e alto 28, è diviso in tre navate slanciate da pilastri a fascio, popolati da 109 statue di santi. Altre statue, cancellate, altari e dossali, baldacchini su colonne tortili, tombe e un grande organo completano la decorazione del Stephansdom, tra cui spicca il Pilgramkanzel, pulpito ornato dalle figure dei padri della chiesa. Il coro è la parte che più ha sofferto dei danni bellici, dove erano i preziosi stalli tardogotici distrutti nell'incendio del 1945, quando crollarono le volte e andò perduto anche un prezioso Crocifisso del XIII-XIV secolo.