Un tempio dorico in piena Monaco? Si entra, attraverso un portico colonnato, è la stranezza continua, immersi in un ambiente che rimanda invece alle terme romane. L’intenzione di Ludwig I, che volle la Glyptothek, era quella di creare un tempio della bellezza e dell’arte che sottolineasse gli stretti legami tra le produzioni greca e romana. E forse da qui viene la volontà di incorporare un ambiente tipicamente romano, come sono le terme, in un edificio della Grecia classica. Il museo è tappa obbligata per gli appassionati, gli studiosi di statuaria classica e per chiunque, anche meno esperto in materia, sia un amante della bellezza e rimanga affascinato davanti a sculture greche e romane. Le posizioni più semplici della scultura greca arcaica e quelle più ricercate e passionali del periodo ellenistico sono testimoniate dall’”Apollo di Tenea” (metà VI secolo a.C.), dal “koúros attico” (540 a.C.) e dal “fauno Barberini” (220 a.C.). Risalgono al V secolo a.C. le bellissime sculture del tempio di Aphaia dall’isola di Egina, provenienti dai due frontoni, dalla decorazione del tempio stesso e dal santuario. Un intento forse auto celebrativo, da parte dei sovrani bavaresi dopo Ludwig I, è stato quello di riunire una serie di statue di re e imperatori, tra cui l’”Alessandro Rondanini” (copia da un originale del 338 a.C.), uno dei migliori ritratti del macedone Alessandro Magno.