Nell’epoca della riduzione dei tempi di trasporto, delle agende grondanti di impegni che richiederebbero il dono dell’ubiquità e della frantumazione del senso stesso del viaggio, percorrere almeno 100 chilometri a piedi, in bicicletta o a cavallo sembra una cosa dell’altro mondo. Forse un po’ da svitati. Certo, oggi il Cammino di Santiago si può compiere in molti modi, comodamente seduti in auto o in pullman. Non potranno ambire alla Compostela e non esibiranno la “vieira” appesa al bastone (conchiglia tradizionalmente raccolta a Finisterre, a simboleggiare il cammino compiuto), ma avranno la soddisfazione di aver percorso un itinerario straordinario, sia sul piano paesaggistico sia su quello artistico, con le chiese romaniche costruite dai monaci di Cluny, veri e propri sponsor medievali del Cammino. Si può raggiungere Santiago partendo da ogni angolo del Continente, non per nulla il Consiglio d’Europa ha decretato il Cammino il primo Itinerario Culturale Europeo. La strada “francese” scende dai Pirenei, taglia la penisola iberica in due e su di essa si immettono, come affluenti, strade e stradine secondarie provenienti dai paesi più piccoli; il cammino “costiero”, passati i Pirenei, costeggia l’Atlantico; l’antica Via dell’Argento è invece percorsa dai peregrini provenienti dal sud della Spagna. Oggi si “cammina” in modo diverso rispetto a un tempo: segnaletica, ostelli a prezzo ridotto, una rete di assistenza e solidarietà per sostenere le fatiche dei viandanti. Le facilitazioni sono tante, ma, oggi come allora, la regola è una: i piedi sono i vostri migliori amici durante il Cammino!