Ha sede nel prestigioso palazzo Affaitati, edificato tra il 1561 e il 1570 da Francesco Dattaro per l’omonima famiglia di banchieri cremonesi. Suo nucleo originario è la collezione del marchese Giuseppe Sigismondo Ala Ponzone, donata nel 1842, cui si sono aggiunte nel tempo altre acquisizioni. Oltre all’ampia Pinacoteca (più di 2000 pezzi, solo in parte esposti), comprende il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe (circa 2000 disegni e 4000 stampe) e altre raccolte di arti applicate (terrecotte, ferri battuti, smalti, avori). Le opere della Pinacoteca sono ordinate cronologicamente dal XIV al XX secolo, suddivise in una ventina di sale. Spiccano i dipinti italiani, soprattutto di scuola cremonese, con un significativo nucleo di fiamminghi. La traiettoria dalla tradizione quattrocentesca alla sensibilità rinascimentale e manieristica è documentata da capolavori dei Bembo (Incoronazione di Cristo e Maria attribuita a Bonifacio, Madonna in trono col Bambino e un devoto di Benedetto, Madonna in trono col Bambino e santi di Gian Francesco), di Camillo Boccaccino (Madonna in trono col Bambino e santi ed Eterno benedicente); e ancora di Antonio Campi (Visitazione), Bernardino Campi (Vergine in gloria e Ritratto di Catellano Cotta), del Cerano (Strage degli albigesi), di Boccaccio Boccaccino (S. Girolamo), di Francesco Bassano (L’arresto di Gesù e Gesù spogliato). Caravaggio, quale punto d’arrivo, è rappresentato dal S. Francesco in meditazione. Nella sala delle nature morte spicca il celebre Scherzo con ortaggi di Giuseppe Arcimboldi. Si passa alla pittura del ’600 (Genovesino), del ’700 e dell’800 classicista (Giuseppe Diotti) e romantico (il Piccio, con una splendida serie di ritratti). Una sezione è dedicata all’iconografia della città mentre altre sale offrono una panoramica del secondo ’800 e del ’900 cremonese e lombardo. Una nuova sezione, Le stanze per la musica, ospita la collezione di strumenti storici di Carlo Alberto Carutti, con preziose opere di liutai del XVII-XIX secolo.