Isolata nella pianura dell’alta Valdimerse, a oltre 300 metri d’altitudine, la ex chiesa abbaziale di S. Galgano è tra le più insigni architetture gotico-cistercensi d’Italia, e tra le presenze più suggestive nella campagna toscana.<br>La grande chiesa a croce latina in mattoni e travertino – 69 metri di lunghezza per 29 di larghezza – a tre navate sul modello cistercense francese, fu costruita tra 1224 e 1288, ma già nel ’500 cominciò a rovinare. Nel 1722 si aprirono grandi crepe, nel 1786 crollò il campanile e poco dopo anche le volte, fino alla sconsacrazione nel 1789.<br>Accanto si trovano i resti del monastero: la sala capitolare, la sala dei monaci, e parte del chiostro. Nelle vicinanze, il Centro italiano Rapaci organizza spettacoli di falconeria.<br>Non lontano, il poggio di Montesiepi ospita ancora la primitiva chiesetta fondata intorno al 1180 dal nobile Galgano Guidotti, che qui si ritirò a vita penitenziale. A pianta perfettamente circolare, ha un campaniletto a vela e una cupola a due colori, con fasce concentriche che riprendono la decorazione esterna. Sotto la volta si trova il masso in cui Galgano avrebbe conficcato la spada come segno di rinuncia alla vita secolare. Nella cappella accanto, costruita nel ’300 per lascito testamentario, sono notevoli gli affreschi di Ambrogio Lorenzetti.<br>Montesiepi spiega la ragione originaria dell’abbazia. Dopo che nel 1185 Galgano era stato canonizzato, il vescovo di Volterra insediò in questa zona una comunità cistercense, che rapidamente sarebbe cresciuta d’importanza.