Piccola e graziosa palazzina nel cuore della città, edificata dai baroni Treccia come casa per le vacanze alla fine dell'Ottocento. Villa Urania oggi custodisce nelle sue stanze una ricca e preziosa raccolta di antiche maioliche, realizzate nei secoli XVI, XVII e XVIII a Castelli, antico paese alle pendici del Gran Sasso. La collezione, raccolta negli anni dal professor Raffaele Paparella Treccia e dalla consorte Margherita Devlet, è composta da 150 esemplari prodotti dai maggiori artisti della maiolica castellana: i "Bianchi di Castelli", che riprendono la sobria lezione della ceramica compendiaria; i "Grue maggiori", che lasciano esplodere le fantasmagorie di forme e di racconti del barocco; Gesualdo Fuina, che adatta le sue terrecotte smaltate agli eccessi della pittura settecentesca e rococò. Fanno parte della collezione anche numerose maioliche dalle forme più svariate e dai dipinti eccellenti, eseguiti da altri artisti di successo, come Carmine Gentile, suo figlio Berardino, Candeloro Cappelletti e Silvio de Martinis