Il museo, cui si arriva percorrendo tutto il lungomare Colombo fino alla piazza Sabatino Moscati, offre un’esaustiva esposizione delle principali tappe dello sviluppo storico della città e dell’isola: dai primi insediamenti neolitici (III millennio a.C.) alle fasi tarde della romanizzazione. Le testimonianze di epoca preistorica nel moderno museo sono piuttosto ridotte, mentre meglio documentata è la più antica presenza semitica nell’isola grazie alla scoperta e allo scavo dell’insediamento fenicio arcaico nell’area del Cronicario. È questo il più antico insediamento civile fenicio finora scoperto in Sardegna, sviluppatosi tra la metà dell’VIII e i primi decenni del VII secolo a.C. Ma la maggior parte dei reperti sono di epoca punica e romana. Si tratta per lo più di vasellame ceramico: bocchette bilobate, con orlo a fungo, anfore e lucerne dalla caratteristica forma a conchiglia, oggetti aurei (anelli, collane, pendenti ecc.), amuleti, unguentari e portaprofumi in pasta vitrea. Ampio spazio è dedicato ai materiali provenienti dal tophet, con stele e urne che ne ricompongono uno spaccato esemplificativo; la selezione delle stele rappresenta le tipologie principali, dalle rappresentazioni più strettamente simboliche a quelle figurative. Per quanto concerne, in particolare, l’età romana materiali riguardano la vita quotidiana e le necropoli fino alla tarda età imperiale. A breve distanza dal museo si visita il villaggio ipogeo, formato da una serie di tombe puniche utilizzate dall’alto medioevo fino ad anni recenti come abitazioni rupestri, note anche come is gruttas: ospitavano una famiglia per ogni doppia camera ipogea.