Il museo, fondato nel 1969 e intitolato all'archeologo vibonese Vito Capialbi (1790-1853), è ospitato nel castello normanno-svevo, recentemente ristrutturato, fatto costruire da Ruggero il Normanno. Formatosi con le collezioni Albanese e Capialbi nonché con i materiali provenienti dagli scavi effettuati dal 1969 nella necropoli occidentale di Vibo Valentia e nel suo territorio, il museo segue nell'esposizione un criterio topografico e cronologico: i reperti sono disposti nelle vetrine così come erano al momento del ritrovamento. Si segnala: il corredo di una tomba dell'età del Bronzo (materiali in cristallo di rocca, tra cui un'impugnatura di scettro, e un sigillo in corniola di probabile importazione orientale); materiali votivi provenienti dal santuario rinvenuto in località Scrimbia (vasi di importazione greca, bacili e specchi in bronzo, elmi, cinturoni, uno scudo, uno schiniere); tra i reperti delle necropoli, una lamina in oro con iscrizione greca relativa al culto orfico. Inoltre vasi a figure nere e a figure rosse, arule, frammenti architettonici dipinti, provenienti da collezioni private vibonesi e il monetiere Capialbi, di recente acquisito dallo Stato. Della città romana vengono esposti statue di togati, il busto in marmo di Agrippa, pavimenti a mosaico appartenenti alle ville patrizie, oggetti di uso quotidiano. Nella torre nord sono esposti alcuni reperti provenienti dalle necropoli romane, dalla città tardo-antica e dalle ville rinvenute nel territorio. Nelle sale al piano terra del castello sono allestite mostre temporanee