L’isola di Caprera – da sempre disabitata e frequentata solo in alcuni periodi dell’anno da pastori transumanti – fu in parte acquistata nel 1855 da Giuseppe Garibaldi che vi costruì una casa e alcuni edifici di servizio, complesso organizzato dallo Stato (1978) come Compendio garibaldino di Caprera. Il nucleo principale trova collocazione nella Casa Bianca. La costruzione occupa il lato occidentale del cortile su cui domina, sovrastante a un abbeveratoio, il pino piantato in occasione della nascita della figlia Clelia. L’allestimento museale segue nell’insieme la destinazione dei singoli ambienti dove sono raccolti oggetti d’uso, arredi, quadri e numerosi cimeli come la cassa da campo e la rete metallica che l’eroe usò in tutte le campagne di guerra. Nella camera dove Garibaldi morì è conservato il letto circondato da una balaustra donata dalla Società Reduci di Livorno. Sul retro della casa, all’uscita dall’ultimo vano, si possono vedere il forno e il mulino a vento costruiti dallo stesso Garibaldi. Su una roccia è collocato il busto realizzato da Luigi Bistolfi dopo il 1882. Al termine del viale si trova la tomba, un semplice sarcofago costituito da un masso di granito affiancato da quelli dei figli e della moglie.