Fondata nel IX secolo come «cappella dogale», si cominciò a edificarla nell’829 per accogliere le spoglie di san Marco, trafugate – dice la tradizione – da due mercanti veneziani ad Alessandria d’Egitto. A partire dall’XI secolo assunse il caratteristico impianto bizantino a croce greca, con cupola centrale e quattro cupole minori in corrispondenza dei bracci, mentre l’interno venne gradualmente coprendosi di preziosi mosaici. Nel XIII secolo, ingranditasi la piazza, si decise di esaltarne il volume e il profilo. Il lavoro di decorazione proseguì intenso e, ancora nell’800, si procedeva al rifacimento di alcuni mosaici; quelli a fondo d’oro rappresentano una delle principali ricchezze della Basilica.<br>La facciata è articolata su un doppio ordine di cinque arcate e tagliata per l’intera lunghezza da una terrazza balaustrata, cui si affacciano le copie dei quattro cavalli inviati da Costantinopoli dal doge Enrico Dandolo nel 1204. Il piano inferiore presenta un complesso decorativo con ricchi effetti chiaroscurali. Nella calotta della prima arcata, si vede l’unico mosaico antico rimasto in facciata (1260-70). Attorno alla lunetta dell’arcata centrale, tre archi decorati da splendidi bassorilievi duecenteschi (Mesi, Virtù, Profeti), uno dei più importanti cicli della scultura romanica in Italia. Nella quarta arcata e nella quinta, due mosaici seicenteschi.<br>Il fianco meridionale, rivolto al Palazzo Ducale, è introdotto all’angolo dalla pietra del bando, tronco di colonna siriaca da cui venivano lette le ordinanze della Repubblica. Seguono il portale d’accesso al battistero e, opposti, i due pilastri acritani. Sullo spigolo è il gruppo in porfido dei Tetrarchi.<br>Rivolto alla piazzetta dei Leoni, il fianco settentrionale riprende lo schema compositivo della facciata, senza però lo splendore delle decorazioni originarie, tolto dal restauro ottocentesco. L’atrio, o nartece, precede l’ingresso alla chiesa mediando il passaggio dalla luce esterna alla penombra dorata dell’interno. Il pavimento risale ai secoli XI-XII; le cupolette sono rivestite di meravigliosi mosaici (XII-XIII secolo) su temi tratti dal Vecchio Testamento.<br>Di maestosa e severa imponenza, l’interno colpisce per lo straordinario gioco dei volumi definiti da cupole e arcate, ricoperte di mosaici dorati; il pavimento, a vari campi di tasselli marmorei accostati nei più svariati motivi, si stende come un geometrico tappeto ondulato dal tempo. La pianta è a croce greca, con pilastri e colonne dagli splendidi capitelli bizantini che dividono lo spazio in tre navate con soprastanti, antichi matronei. <br>Le superfici murarie superiori sono decorate con mosaici a fondo oro; solo in parte originali (secoli XII-XIV), sono altrimenti ricostruiti – ovviamente con mutato gusto – su cartoni di maestri come Tiziano, Tintoretto, Veronese. I mosaici delle cupole sono tra i più belli e più antichi.<br>Il battistero fu realizzato nel Trecento chiudendo l’atrio verso la piazzetta e ospita tombe di dogi.<br>Il presbiterio, sopraelevato sulla cripta, è chiuso dalla maestosa iconostasi gotica, sormontata al centro da una grande Croce in bronzo e argento e, ai lati, da statue marmoree raffiguranti la Madonna, S. Giovanni e i 12 apostoli, capolavori di Jacobello e Pier Paolo Dalle Masegne (1396).<br>L’altare maggiore in marmo custodisce l’urna con le spoglie di san Marco, rinvenute nella cripta, in una cassa dentro una pietra, durante i restauri del 1811. Quattro splendide colonne di alabastro istoriate con episodi dei Vangeli canonici e apocrifi (secoli V-XIII) sorreggono il ciborio con baldacchino. Dietro l’altar maggiore è la Pala d’Oro, preziosissimo lavoro di oreficeria bizantino e veneziano (secoli X-XIV), luccicante di smalti e di gemme.<br>Il Tesoro mostra una preziosa raccolta di oggetti liturgici e reliquiari provenienti da Costantinopoli (1204), prodotti di oreficeria bizantina dei secoli XI e XII.