Il parco di villa Malfitano fu creato nel 1886 da Joseph Whitaker, erede di una famiglia di imprenditori inglesi trasferitasi in Sicilia. Acquistato un terreno poco lontano dal centro della città, nel piano Malfitano, Whitaker e sua moglie Tina vi fecero edificare una sontuosa residenza in stile neoclassico cinquecentesco. Affidarono la progettazione del parco a Emilio Kunzmann, esperto giardiniere e responsabile dei giardini di altre ville della famiglia. Ne risultò un affascinante giardino informale all'inglese, caratterizzato da una grande varietà di rare piante esotiche, molto diverso dai romantici paesaggi in voga nella Sicilia ottocentesca. Villa Malfitano, oggi di proprietà della Fondazione Whitaker, è riuscita a mantenere quasi intatta la ricchezza e la varietà di piante, 250 specie, in gran numero originarie di Paesi tropicali e subtropicali. Al centro della tenuta sorge la villa, decorata con gusto floreale, circondata da quattro ettari di parco ai quali è collegata da ogni lato tramite sentieri, rampe, scalee e portici. Una serra è adibita a giardino d'inverno. Il parco è diviso in quattro aree, che presentano diverse ambientazioni vegetali. A sud, nella grande aiuola ovale si trovano le rigogliose essenze tropicali, alcune eccezionali per rarità e dimensioni; un'aiuola è in parte occupata da un laghetto di forma allungata, nel quale crescono i papiri Cyperus papyrus. A est, l'ambientazione del giardino assume un'atmosfera orientale: l'insieme delle aiuole forma un cerchio perfetto, intagliato da viali a spirale, che si riuniscono al centro intorno a una vasca ornamentale circondata da rosai. Nell'acqua hanno trovato il loro habitat ideale papiri egiziani, ninfee e Colocasia antiquorum, dalle caratteristiche foglie a orecchie d'elefante. Nel periodo delle fioriture in quest'area predominano i colori intensi: il blu elettrico degli Agapanthus, il rosso dei rigogliosi Hibiscus, le sfumature porpora, rosa e fucsia delle ninfee. A nord il parco è disegnato in modo geometrico, con il viale rettilineo del ninfeo che attraversa parterre e prati, per portare a nord-est alle pittoresche grotte, abbellite con nicchie, colonne e sedili, e alle latomie (le cave di pietra anticamente utilizzate come prigioni). Tra aloe, yucche e dracene, Kunzmann fece ricostruire questi ambienti inserendovi le "salette dello scirocco", fresche camere nelle quali i siciliani si rifugiavano per ripararsi dall'afoso vento africano. Nella parte ovest si estende l'agrumeto. Un viale ombroso, dominato da due giganteschi Ficus magnolioides, conduce al villino nel quale un tempo era raccolta la collezione di uccelli africani in via d'estinzione, 11.000 esemplari che Joseph Whitaker aveva fatto impagliare e descritto con rigore scientifico.