La residenza di villeggiatura del governatore della Lombardia asburgica – l’arciduca Ferdinando, figlio dell’imperatrice Maria Teresa – fu costruita in monumentali forme neoclassiche fra 1777 e 1780, su progetto di Giuseppe Piermarini. La grande villa ha un tradizionale impianto a ‘U’, con bassi avancorpi attorno al cortile d’onore: nell’avancorpo di sinistra si trova la cappella dell’Immacolata, con decorazioni di Giocondo Albertolli, Alessandro Sanquirico e Giuliano Traballesi, mentre quello di destra contiene la Cavallerizza. Gli edifici minori includono la Rotonda, una sala da caffè affrescata da Andrea Appiani con un ciclo di Amore e Psiche, il Serrone dell’agrumeto – sede espositiva di mostre – e il Teatrino di corte, progettato da Luigi Canonica nel 1805. Il corpo principale della villa è formato da due piani nobili e da un ammezzato. Si trovano qui gli appartamenti reali, eletti a residenza prediletta dal re d’Italia Umberto I e dalla consorte Margherita, fino all’assassinio del sovrano, qui a Monza, nel luglio del 1900. L’appartamento privato del re, composto da armeria, guardaroba, sala da bagno, camera da letto, studio e sala dei ricevimenti, si presenta nell’aspetto neorococò frutto della trasformazione apportata a fine ’800 dall’architetto Majnoni. Un’anticamera fa da snodo tra l’ala sud della villa e il corpo centrale, collegando l’appartamento del sovrano con la Biblioteca, con parquet policromi della bottega Maggiolini. Più neoclassiche – benché anch’esse ristrutturate nel 1895 – sono le stanze dell’appartamento della regina, composte dalla sala dei Quadri, dalla sala del Biliardo e dalla sala della Pendola, dal salotto privato (o Sala rossa, dal colore cremisi delle boiserie), dalla camera da letto e dagli altri ambienti di servizio. Fanno parte del complesso i Giardini Reali all’inglese, con grotte, piccoli corsi d’acqua, un tempietto di stile dorico vicino a un laghetto, una collina artificiale percorsa da sentieri, e una torretta neogotica.