L’antica cattedrale di Grado si eleva nella più disadorna semplicità paleocristiana, dopo che i restauri novecenteschi l’hanno spogliata delle sovrapposizioni. Già dal IV secolo esisteva la ‘basilichetta di Petrus’, su cui Niceta impostò una nuova chiesa (primi del V secolo), terminata dal vescovo Elia (579); la basilica è intitolata ai protomartiri Ermacora e Fortunato e a Eufemia, martire di Calcedonia.<br>All’esterno, il mattone chiaro riveste la facciata a salienti e i fianchi in cui si aprono numerose finestre. Il campanile svetta nelle tipiche forme altomedievali, sormontato dalla statua in rame di S. Michele Arcangelo donata dai veneziani nel 1462.<br>Le tre navate sono divise da due filari di dieci colonne: tutto è costruito con materiale di recupero e non c’è capitello che sia uguale a un altro. Inestimabile è la ricchezza dei mosaici pavimentali, estesi su una superficie di circa 700 m². In tutti viene abbandonato l’elemento naturalistico e figurativo tipico di Aquileia, in favore di uno schematismo lineare e geometrico, di matrice bizantina.<br>La primitiva chiesetta, circa un metro sotto il livello del pavimento, è visibile attraverso due botole: una, nella navata centrale, lascia vedere il mosaico tombale di Petrus; l’altra, nella navata sinistra, una vasca battesimale.<br>L’ambone accosta pezzi di secoli diversi: colonnine romane con capitelli altomedievali reggono un palco la cui balaustra reca i simboli degli evangelisti (probabilmente della metà del XII secolo); corona la costruzione un cupolino di gusto moresco. Il recinto del presbiterio è stato ricostruito utilizzando lastre marmoree del VI secolo con bassorilievi del repertorio simbolico altomedievale.<br>L’affresco nella semicalotta dell’abside è dei primi del Quattrocento e sopra l’altare maggiore la pala in argento dorato è opera di oreficeria veneziana (1372).<br>Nella navata sinistra è una venerata Madonna degli Angeli; in fondo, si apre una cella a tre absidi con una interessante mensa d’altare copta (V secolo). Nella navata destra, invece, si trova il mausoleo, con volta e mosaico originarie della primitiva chiesa e, nell’abside, un polittico ligneo (primi del XVI secolo) di artista nordico; alla parete è murata la cassaforte del tesoro. I pezzi rimasti sono pochi ma molto significativi: in particolare, due preziosissime capselle d’argento (secoli V-VIII), la cassa reliquiario di Ermacora e Fortunato (XIV secolo), la reliquia della SS. Croce, donata dall’imperatore d’Oriente Eraclio alla Chiesa patriarcale di Grado, a conferma del sostegno imperiale.<br>Nel salutatorium, in cui il patriarca riceveva l’omaggio del clero, si osservano il mosaico con il monogramma di Elia su cui è conservato il calco in gesso della cattedra di S. Marco, copia dell’originale in alabastro oggi in S. Marco a Venezia.<br>Sul fianco esterno del mausoleo sorge il Museo lapidario, che conserva diversi materiali romani (III secolo), paleocristiani e altomedievali rinvenuti sull’isola.<br>Infine, sul fianco esterno della navata sinistra e preceduto da un giardino, c’è il Battistero nel quale sono tre sarcofagi romani (II-III secolo). Ha base ottagonale, con vasca battesimale esagonale, ricostruita, e mosaico.